Sentireascoltare

Per chi segue l’elettronica più estrema, quella che si trascina barcollando lungo il labile confine con l’avanguardia, il nome di Rafael Toral non è certo nuovo. Considerato dal “Chicago Reader” come uno dei più innovativi chitarristi dell’ultimo decennio e potendo vantare collaborazioni importanti con nomi quali Jim O’Rourke, John Zorn, Sonic Youth e Phil Niblock, il musicista di origini portoghesi consegna alla Tomlab uno dei lavori più interessanti, profondi e stimolanti di quest’anno. “Electric Babyland” è la prosecuzione ideale di un 7” uscito per l’oscura etichetta olandese Meeuw Musak, intitolato appunto “Lullabies”, contenente tre tracce per chitarra e musicbox. Il lavoro attinge tanto all’elettronica più avant, e non possiamo non citare tra i referenti, il Keith Fullerton Whitman dello splendido “Playthroughs” (Kranky, 2002), come pure le chitarre (ultra)trattate di Loren Mazzacane Connors, quanto all’avanguardia storica, che va dal Minimalismo di Steve Reich alla drone music di John HasselI. La chitarra di Toral prima si traveste da sintetizzatore disegnando eterei tappeti di suono su cui restano impressionati grappoli di note provenienti da un musicbox, poi articola arpeggi sgraziati e carichi di riverbero che disegnano algidi paesaggi ambient. Lasciarsi cullare tra le trame di Electric Babyland, farsi sfiorare da questi suoni rareffatti e pregni di così ingenua bellezza è quanto di più appagante possa offrirvi l’attuale elettronica impegnata.
Martino Lorusso